Esattamente 100 anni fa nasceva a Pescara il 5 Marzo del 1910 Ennio Flaiano.

“Scrittore minore satirico dell’Italia del benessere”, così si presentava Ennio Flaiano, nato cent’anni fa e divenuto in pochi anni uno degli autori più eclettici del dopoguerra: dal giornalismo alla prosa, dal teatro al cinema un fiume in piena di cinismo e fine sensibilità. Flaiano è stato scrittore, sceneggiatore e giornalista. Specializzato in elzeviri, fu anche umorista, critico teatrale e cinematografico. Scrisse per Oggi, Il Mondo, il Corriere della Sera e altre testate.

Mi piace ricordarlo come fa oggi su La Stampa Gramellini, con le parole dello stesso Flaiano e con un amaro finale che credo avrebbe scritto anche lui così…

Buongiorno Flaiano

«Gli italiani corrono sempre in aiuto del vincitore».
«La situazione politica in Italia è grave, ma non seria».
«Gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura».
«Fra 30 anni l’Italia non sarà come l’avranno fatta i governi, ma come l’avrà fatta la televisione».
«L’italiano è un tentativo della natura di smitizzare se stessa. Prendete il Polo Nord: è abbastanza serio, preso in sé. Un italiano al Polo Nord vi aggiunge subito qualcosa di comico, che prima non ci aveva colpito».
«In Italia la linea più breve fra due punti è l’arabesco».
«In questo paese che amo non esiste semplicemente la verità. Altri paesi hanno una loro verità. Noi ne abbiamo infinite versioni».
«In Italia i fascisti si dividono in due categorie: i fascisti e gli antifascisti».
«Per gli italiani l’inferno è quel posto dove si sta con le donne nude e con i diavoli ci si mette d’accordo».
«Le dittature hanno questo di buono, che sanno farsi amare».
«Oggi anche il cretino è specializzato».
«Ho poche idee, ma confuse».
«Il sognatore è un uomo con i piedi fortemente appoggiati alle nuvole».

(In ricordo di Ennio Flaiano, 1910-1972, che oggi avrebbe compiuto 100 anni ma sarà ben contento di esserseli risparmiati.)