«Ognuno è libero di fare quel lo che vuole». Così Francesco Totti a «Quelli che il calcio», parlando della vicenda Marrazzo. Simona Ventu ra gli dà ripetutamente ragione, poi fuo ri programma spiega: «Sono tantissimi quelli che vanno coi trans, e lo sappia mo tutti. Non è giusto che un personag gio pubblico non possa farsi gli affari suoi come tutti gli altri». Se questa è la pedagogia televisiva italia na, buonanotte.

A Super Totti si potrebbe obiettare che uno NON è li bero di fare quello che vuo le, se è costretto a nascon derlo agli elettori, se si ridu ce a frequentare spacciatori, se si rende ricattabile. A Su per Simo potremmo invece ricordare che sono moltissimi — forse addirittura più numerosi — gli italiani che NON vanno coi trans, e forse han no fatto alcune cose buone per questo povero Paese, dove la Tv pubblica di venta veicolo di queste trovate.

Nessuno vuole usare la televisione per fare della morale (per carità!), ma cerchiamo almeno di non renderla im morale, perché molti ragazzi la guarda no, e rischiano di alzarsi dal divano con le idee confuse. Le grandi democrazie — vi sembrerà strano — sono tali an che perché esiste un consenso su alcu ne cose. Per esempio, sul fatto che il ti tolare di una carica pubblica non deb ba circondarsi di prostitute, frequenta re malavitosi e pagare trans. E, se lo bec cano, non possa trovare difensori in un programma sportivo (sportivo!) del po meriggio.

È ipocrisia? Allora viva l’ipocrisia. Sono considera zioni banali? Vero, ma è in credibile come non le faccia più nessuno. Il metaboli smo civile italiano, ormai, brucia il veleno e lo trasfor ma in una risata. Poi non la mentiamoci, però, se non abbiamo un bel colorito na zionale.

Siamo convinti che Piero Marrazzo, passata la buriana, ci darebbe ragione. Sarebbe bello lo facessero anche Super Totti e Super Simo. Ma lo riteniamo im probabile. Le celebrità italiane non si scusano; accusano, semmai, e c’è sem pre qualche frastornato che gli dà ragio ne.

Beppe Severgnini
10 novembre 2009