In questi giorni leggo sui giornali storie che minano, seriamente, il mio ottimismo, il mio modo di vivere nel mondo. Leggo di madri egoiste, di mariti uxoricidi, di giovani e anziani, disperati, perché senza futuro. Vorrei sentirmi dire: “Son i giornalisti che esagerano, ormai passano solo notizie tragiche” ma nessuno me lo dice più. Sembra una visione apocalittica ma prendendo i mezzi e per le strade vedi tante, troppe, facce tristi.
E così anche per le strade di questa città che un tempo sembrava fosse d’oro, leggi volti tristi, scopri storie drammatiche e ti si palesa come un pugno allo stomaco il dolore di molti. L’ottimismo continua ad essere minato nel cuore dei giovani, drammaticamente soli e senza lavoro.
È l’emergenza dell’Italia di oggi, il LAVORO ma anche l’OTTIMISMO, troppo spesso relegati entrambi nell’immaginario collettivo a spot politico-pubblicitario. Hanno radici più profonde, la nostra costituzione democratica l’uno, la nostra fede cattolica l’altro.
Guardiamo allora con OTTIMISMO al futuro di questo paese, un OTTIMISMO sano, che lavora per un futuro migliore….
L’essenza dell’ottimismo non è guardare al di là della situazione presente, ma è una forza vitale, la forza di sperare quando altri si rassegnano, la forza di tener alta la testa quando sembra che tutto fallisca, la forza di sopportare gli insuccessi, una forza che non lascia mai il futuro agli avversari, ma lo rivendica per sé. Esiste certamente anche un ottimismo stupido, vile, che deve essere bandito. Ma nessuno deve disprezzare l’ottimismo inteso come volontà di futuro, anche quando dovesse condurre cento volte all’errore; perché esso è la salute della vita, che non deve essere compromessa da chi è malato. Ci sono uomini che ritengono poco serio, e cristiani che ritengono poco pio, sperare in un futuro terreno migliore e prepararsi ad esso. Essi credono che il senso dei presenti accadimenti sia il caos, il disordine, la catastrofe, e si sottraggono nella rassegnazione o in una pia fuga dal mondo alla responsabilità per la continuazione della vita, per la ricostruzione, per le generazioni future. Può darsi che domani spunti l’alba dell’ultimo giorno: allora, non prima, noi interromperemo volentieri il lavoro per un futuro migliore.
Dietrich Bonhoeffer, Resistenza e resa