“Io, Signore Iddio, non ho nessuna idea di dove sto andando.
Non vedo la strada che mi sta davanti.
Non posso sapere con certezza dove andrò a finire.
Secondo verità, non conosco neppure me stesso e il fatto che penso di seguire la tua volontà non vuol dire che lo stia davvero facendo.
Ma sono sinceramente convinto che in realtà ti piaccia il mio desiderio di piacerti e spero di averlo in tutte le cose, spero di non fare mai nulla senza tale desiderio.
So che, se agirò così, la tua volontà mi condurrà per la giusta via, quantunque io possa non capirne nulla.
Avrò sempre fiducia in te, anche quando potrà sembrarmi di essere perduto e avvolto nell’ombra della morte.
Non avrò paura, perché tu sei con me e so che non mi lasci solo di fronte ai pericoli”
(Thomas Merton, Monaco Trappista)
L’arrivo al Monastero di Montecorona non è stato dei più semplici. Grazie alla tecnologia di googlemap ci siamo imbattuti nella peggiore strada che si potesse fare per arrivare. Diciamo che mentre la macchina che ci ha preceduti ha fatto solo pochi metri di strada sterrata noi ne abbiamo fatto qualche chilometro! Non solo, la parte finale era un vero e proprio sentiero di terra battuta e siamo anche dovuti scendere dalla fiera polo di Andrea che non ne voleva sapere di salire con noi sopra…
Alla fine gli sforzi sono stati premiati ed eccoci giunti al sacro convento.
Per entrare apriamo una cassetta ed ecco un telefono per comunicare con il frate che si occupa del refettorio, si chiama Beniamino e viene dall’Argentina, ci accoglie con uno splendido sorriso e con il suo saio bianco, colore dell’Ordine di Betlemme. Iniziamo così a scoprire il monastero che, ad essere sinceri, è messo maluccio. Però al suo interno si rivela davvero accogliente.
Per le sistemazioni è stato deciso che io sarò uno dei pochi eletti che avranno la propria celletta all’interno della clausura. Mi preoccupa un po devo esser sincero, pensavo di esser forte e coraggioso, ma il pensiero di stare isolato, nel mezzo di un boschetto… per fortuna ancora è giorno… avrò modo di aver paura stanotte (ed ora che sto scrivendo ed è notte inizio ad averla!).
Mi sistemo nella mia stanza, tutte le pareti sono ricoperte di legno, gli ornamenti sacri, un Cristo (spettacolare! vedere foto) e altre icone, sono tutte fatte a mano dai frati, perfino le tazze e gli altri piatti sono fatti da loro e devo dire che sono di gran gusto. Mi affaccio dalla porta della mia cella e vedo una nicchia con una bellissima Madonna sotto un glicine ancora timidamente fiorito, la temperatura qui è ancora bassa come testimoniano i comignoli fumanti del monastero… Ma tutt’intorno a me c’è un silenzio assordante! Era da tanto che aspettavo di poter risentire questo rumore, ha la stessa potenza del suono del mare, la stessa forza primitiva. Mi spinge dentro me stesso come solo il mare sa fare.
Apro gli occhi della mia anima e tutto il mondo che sta la fuori rimane fuori dalla porta della clausura. È la forza che solo la fede può darti, chiudere tutto dietro un cancello, e rimanere solo con la tua fede, con Dio. È davvero così semplice ma al contempo difficile da spiegare quello che si prova in questi posti, dove delle persone così simili a noi, fanno una scelta così diversa e forte. Ma la pace che trovi qui nel mondo di oggi è solo un’illusione della psicologia moderna.
La vita del monaco inizio a capire che non fa davvero per me, ma la semplicità e la pace con cui ci parla il priore del monastero Fra Nicolà un giovanissimo svizzero è davvero coinvolgente. Ci raccontano di come le tentazioni e la lotta interiore non è esclusiva di noi che viviamo nel mondo. Come dice Fra Beniamino: “Anche la testa può essere una televisione!”
La loro forza!? Non solo la preghiera ma la certezza di Cristo risorto! Quando ci parlano di Cristo sembra davvero che loro lo conoscano in carne e ossa! È davvero bello sapere che nel mondo esistono comunità come queste che ogni mattina 365 giorni all’anno, pregano per il mondo intero, perchè trovi pace…
Non è facile portare su carta con parole i loro volti, le loro parole, ma quello che descrivono è un mondo così assurdo per noi, e lo fanno con una naturalezza che ti lascia disarmato…
La cosa più bella è il loro rapporto con il silenzio, per noi che veniamo dal mondo esterno è qualcosa di assordante e pauroso, l’ho testato in questi pochi giorni, è davvero difficile rimanere soli con noi stessi. Per loro è il modo più facile per sentire la presenza di Dio in noi. E’ quello il momento in cui Gesù ci parla e noi possiamo sentirne la voce. Ma noi abbiamo perso questa abitudine, siamo avvolti dal rumore, dal caos, ogni giorno. Il suono del silenzio non è più nel nostro cuore.
Lascio così Montecorona con la tristezza di chi è certo che quella è la casa di ogni pellegrino in cammino, il luogo ideale per riprendere fiato e ricominciare il cammino arduo in un mondo ancora più ostico. Ma con la fede rinnovata e quel sorriso dei monaci nella mente…